APOCALISSE 1
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MOSTRA SULL'APOCALISSE
SALONE SISTINO DEI MUSEI VATICANI A ROMA
Dal 19 ottobre a 7 dicembre
nel Salone Sistino dei Musei Vaticani a Roma, è esposta una mostra dedicata
all'Apocalisse; promossa dal Comitato di S.Floriano ad Illegio di Tolmezzo
(Friuli) presenta
l'iconografia apocalittica così come si è sviluppata nello spazio e nel tempo.,
Sono
esposti codici altomedievali, antiche icone, i reliquiari d'Aquileia e
Acquisgrana e, tra le altre, le opere
di Beato di Lièbana e Albrecht Durer, di Guido Reni, Luca Signorelli, Jacopo
Bassano, El Greco; Salvator Dalì, Giorgio De Chirico, Matisse.
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INTERPRETAZIONI DELL'APOCALISSE
Un tema arduo l'Apocalisse, ma opportuno,
collocato nel tempo della ricorrenza dei Santi e dei Defunti quando nella
Chiesa risuonano i passi più significativi di quel testo. L'apocalisse,
l'ultimo libro del Nuovo Testamento, e uno dei testi che più hanno segnato la
cultura occidentale, è stato spesso equivocata da letture fondamentaliste che
pretendono di leggere il testo senza tenere in conto il genere letterario, come
fanno sette americane - fra cui come i Testimoni di Geova - ampiamente diffuse
in Italia. E' anche oggetto di dozzinali films orror,
dove Apocalisse è sinonimo di catastrofica rivelazione. Da Apocalypse Now
di Coppola, al recente Apocalypto di Mel Gibson, a tutta la serie che dagli
inizi del 900 ha illustrato il tema della fine del mondo concentrandosi su un
nero pessimismo riguardo i destini dell'umanità.
In realtà l'Apocalisse
non è un ricettario di punizioni o il manifesto di un millenarismo
catastrofico, ma lo svelamento dell'azione salvifica di Cristo risorto, un
testo che si può definire libro della speranza e della gioia indirizzato a
comunità che soffrivano la persecuzione del potere romano da una parte e,
dall'altra, il rifiuto giudaico di Gesù come il Cristo.
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RIVELAZIONE
Nei primi tre versetti Giovanni, relegato nell'isola di Patmos al tempo della
persecuzione di Domiziano tra il 94 e il 96 d.C., ci da il titolo del libro
(che è proprio di tutta una letteratura apocalittica del tempo) e ci parla di
una apocalyupsis
che significa rivelazione cioè rimozione di un velo, svelamento. Il velo è
quello esistente sui fatti della storia che si sta vivendo, con gli stimoli le
sfide che ci dà e che sono di difficile comprensione. Una rivelazione operata
da Cristo risorto e che si attua nel rapporto tra chi parla e il gruppo che
ascolta: Beato colui che legge e coloro che
ascoltano questa profezia (1,3); un
rapporto che è liturgico, infatti la visione di Giovanni a Patmos avviene nel giorno
del Signore cioè di domenica che è
memoria della Risurrezione. La mostra romana mette in luce i messaggi
culturali, storici, sociali e teologici presenti nelle opere d'arte. Il
linguaggio delle immagini si presta ad accostare questo libro il cui messaggio
è veicolato da simboli che devono essere compresi per poter interpretare
reattamente il libro.
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IL LINGUAGGIO SIMBOLICO DELL'APOCALISSE
Costanti
di questo linguaggio sono: il simbolismo
cosmico, sole luna, terra acqua, cielo, stelle,elementi che evocano la
trascendenza; gli sconvolgimenti cosmici, folgori tuoni, terremotievocano una
novità e l'azione trascendente di Dio; il simbolismo
animalesco (teriomorfo) Il Signore Gesù è rappresentato come agnello
immolato; il demoniaco, con la bestia e il drago. il simbolismo cromatico: il bianco colore della trascendenza della
luce, il rosso della guerra, il nero dell'ingiustizia, il verde della morte. Il simbolismo aritmetico, il numero
quattro, numero cosmico, il sette espressione di totalità (sette chiese, sette
sigilli, sette trombe, sette coppe) Il 144.000 - risultato della
moltiplicazione di 12 (tribù d'Israele) per 12 (gli apostoli) per 1000, numero
che evoca il tempo infinito di Dio e del Cristo che si fa presente nella storia
(20,1-6) - indica il numero grandissimo dei martiri e dei santi; il simbolismo antropologico: la
luminosità, il vestiario, l'atteggiamento del corpo (in piedi, seduto,
inchinato ecc). Il Cristo, il divino, in vesti bianchissime; la prostituta Babilonia
la grande che indica il potere idolatra del male, la Roma imperiale.
BUSCA(CN) Cappella di
S.Stefano, Fratelli Biazaci Cristo in mandorla tra i quattro viventi
(Evangelisti)
< CAPITOLI 1-5 LA GRANDE VISIONE COSMICA E L'AGNELLO
Dopo la dichiarazione di
apertura (1,3) segue nei cap.2 e 3 la purificazione dell'assemblea, il Risorto
infatti detta a Giovanni le lettere alle sette chiese dell'Asia Minore.
Queste in realtà erano di più, il sette indica nel pensiero ebraico la
pienezza, quindi è simbolico: il messaggio è infatti rivolto alla totalità
delle comunità credenti in Gesù e riunite nella Chiesa.
< Segue la grande visione della signoria cosmica di Cristo
(4,11) un'immagine assai diffusa nell'arte del primo millennio e che costituiva
la grande catechesi della chiesa primitiva. Rappresentata sulle legature dei
codici e nei reliquiari esposti nella mostra e, soprattutto, reperibile nei
catini absidali delle chiese altoromaniche e in quelle riprese successivamente,
come nella cappella di S.Stefano a Busca
e nella cappella di S.Salvatore di Macra
e di Sampeyre di Stroppo. Scrive
Giovanni: Ebbi una
visione, vidi un trono nel cielo e uno vi stava seduto Aveva una veste
bianca (1,14) circondato dall'arcobaleno. Intorno a lui ventiquattro vegliardi
in candide vesti (sono i capi di Israele e delle comunità cristiane) e quattro
esseri viventi con l'aspetto di leone, vitello, uomo aquila.
Ilquattro, simbolo cosmico, indica i 4 elementi
fondamentali: il leone indica il fuoco, il vitello la terra, l'uomo l'umanità,
l'aquila l'aria. Da Ireneo nel sec. II sono diventati simboli degli Evangelisti
che nel loro complesso rappresentano la totalità del Cristo.
Beatus di
Lièbana - Commentario all'Apocalisse (Biblioteca Nazionale di Parigi) Agnello immolato
I 4 esseri viventi ripetono: Santo Santo Santo e
vegliardi si prostrano gettano le corone davanti al trono e dicono: Tu sei
degno o Signore Dio nostro di ricevere la gloria e la potenza. Poi
Giovanni vede nella mano destra di Colui che è assiso sul trono un libro a
forma di rotolo scritto sul lato esterno e interno sigillato con sette sigilli
(cap.5). In quel libro c'è tutto il progetto di Dio nella storia, ma questo
progetto è incomprensibile occorre sapere il codice di questa storia per
comprendere. Nessuno riesce ad aprire i sigilli, l'incapacità di capire il
senso della vita getta nell'angoscia, infatti Giovanni, piange. (5,4). Ma ecco
una voce: Non piangere, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il
germoglio di Davideegli aprirà il libro il leone è Gesù, ma Giovanni non
vede il leone, sul trono c'è un agnello, in piedi, sgozzato e immolato. Nessuno
è in grado di capire il senso e la direzione della storia umana, solo Gesù di
Nazareth rompe i sigilli e, con la sua vicenda, si pone come punto di interpretazione
della storia. Egli offre se stesso per la vita di tutti, è il Signore della
storia, Dio, la cui onnipotenza è l'amore.
BIBLIOGRAFIA: UGO VANNI L'apocalisse, Dehoniane,
Bologna 1991
UGO VANNI Il simbolismo dell'Apocalisse in L'Apocalisse. Ermeneutica, esegesi,
teologia, EDB, Bologna 1988
AA.VV. in Parole di Vita il Libro dell'Apocalisse Edizioni Messaggero, Padova 2000
JESUS maggio 2000
LUOGHI
DELL'INFINITO maggio 2000